La sicurezza sul lavoro entra in classe: la scuola prepara i ragazzi al futuro

Si tratta di un messaggio chiaro alla società: significa dire ai giovani che la loro vita vale più di una distrazione, di un’imprudenza o di una negligenza

 

“Ogni giorno in Italia tre persone non tornano a casa dal lavoro”. Questa frase, pronunciata spesso nei telegiornali e letta nei titoli di giornale, è un dato che fa male. Dietro quei numeri ci sono volti, famiglie distrutte, storie di persone che hanno perso la vita mentre facevano semplicemente il loro mestiere. Ma forse, qualcosa sta cambiando.

 

Con la Legge 17 febbraio 2025, n. 21, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, la scuola diventa un luogo in cui la sicurezza sul lavoro non è solo una regola scritta su un manuale, ma un valore da imparare fin da giovani. Un’educazione che potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte quando, un domani, questi ragazzi entreranno in fabbriche, uffici, cantieri o ospedali.

 

Non solo teoria: prevenzione che salva vite

 

Fino ad oggi, la sicurezza sul lavoro era un tema che si affrontava solo nei corsi obbligatori una volta già assunti. Troppo tardi, forse. Ora, invece, diventerà parte dell’educazione civica, una materia già presente nei programmi scolastici e che ora si arricchisce di un nuovo e fondamentale tassello: insegnare ai ragazzi a proteggersi nel mondo del lavoro.

 

Ma come si farà? Non solo con lezioni frontali, ma con incontri con esperti, video, simulazioni e testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle cosa significa subire un infortunio. L’idea è chiara: far capire che la sicurezza non è un optional, ma un diritto che deve essere garantito sempre, a chiunque e ovunque.

 

“Lavorare non deve significare rischiare la vita”

 

Negli ultimi anni, i numeri degli infortuni sono rimasti allarmanti. Più di 1.000 persone hanno perso la vita sul posto di lavoro nel 2024. Una cifra che pesa come un macigno e che dimostra quanto sia necessario partire dall’educazione per cambiare la mentalità.

 

Non si tratta solo di far conoscere le norme, ma di trasmettere ai ragazzi un concetto più profondo: un lavoro sicuro è un lavoro giusto. E pretendere sicurezza sul lavoro non è una richiesta esagerata, ma un diritto inalienabile.

 

Un investimento sul futuro.

 

Pensiamo a un ragazzo di oggi che tra pochi anni si troverà su un’impalcatura, davanti a un macchinario o in un laboratorio. Se avrà ricevuto una formazione adeguata sulla sicurezza, saprà riconoscere i rischi, pretendere dispositivi di protezione, segnalare situazioni pericolose. E, magari, proprio grazie a questa consapevolezza, eviterà un incidente che avrebbe potuto segnare per sempre la sua vita.

 

L’inserimento della sicurezza sul lavoro nei programmi scolastici non è solo una modifica legislativa: è un messaggio chiaro alla società. Significa dire ai giovani che la loro vita vale più di una distrazione, di un’imprudenza o di una negligenza.

 

Forse questa legge non cambierà tutto da un giorno all’altro. Ma è un primo passo. E ogni grande cambiamento inizia sempre così.

 

Raffaele Tovino / Direttore Editoriale Il Mondo del Lavoro - 15 Marzo 2025

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